Tab Article
Sullo sfondo dell'affascinante vicenda dei predicatori itineranti valdesi del tardo Medioevo, la storia della circolazione della letteratura dottrinale da questi utilizzata nonché della documentazione giudiziaria su di essi nel periodo tra la promulgazione e la revoca dell'Editto di Nantes. Sul finire del medioevo i barba valdesi viaggiavano a coppie accompagnati da testi utilizzati per la predicazione. Cercando di ricostruire la rete delle loro relazioni, gli inquisitori li pongono al centro del bersaglio repressivo. I predicatori itineranti diventano così protagonisti di un doppio circuito documentario: attivo attraverso la letteratura didattico-religiosa e passivo tramite gli atti giudiziario-inquisitoriali. Questa documentazione assume inaspettate dimensioni culturali. I manoscritti quattrocenteschi nutrono le battaglie confessionali. Le passioni erudite suscitate dalle tensioni culturali delle grandi controversie religiose si esprimono anche in coraggiosi progetti editoriali: "santo bottino" è espressione coniata dal pastore riformato Jean Paul Perrin nell'opera fondante la storiografia valdese. In questo libro emerge la proficua interrelazione tra fonti e ricezione nelle opere erudite, tra lotte polemistiche e uso della storia, tra uomini e viaggi. Attraverso i documenti si disegna un percorso religioso che dalla marginalità degli spazi alpini si fa centralità culturale, al di là delle barriere geografiche e confessionali.