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Leggere oggi le "Lettere familiari e di complimento" vuol dire penetrare con nuova consapevolezza nei monasteri femminili italiani dell'età rinascimentale e barocca: uno spazio che poteva rappresentare per le donne sia una vera e propria "morte al mondo", sia un luogo adatto per la propria autorealizzazione e promozione sociale. Considerata ora una delle più importanti scrittrici italiane della sua epoca, Suor Arcangela Tarabotti (1604-1652) entrò da ragazza - e contro la propria volontà - nel monastero di Sant'Anna di Venezia, dove passò il resto della vita in stretta clausura. Una delle molte monache forzate nella Venezia seicentesca, Tarabotti visse il monastero come una carcere e un "Inferno de' viventi". Ma la sua vera vocazione fu letteraria.