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Il nostro secolo registra il tramonto delle totalità, l'avvento della dispersione, della realtà atomizzata, delle molteplicità pure che tendono a imporre il loro regno. E questo regno si chiama globalizzazione. Per liberarsene, l'uomo deve recuperare quel sentimento dell'unità che il pensiero antico - e in ispecie il pensiero neoplatonico - aveva conquistato riflettendo sul rapporto tra l'Uno e l'Essere. Pierre Caye riconsidera tale rapporto alla luce delle esigenze della società contemporanea e mette a confronto le risposte dei tre grandi filosofi del neoplatonismo - Plotino, Proclo e Damascio - per dimostrare come, nella storia della filosofia, solo quell'antica scuola abbia convenientemente interpretato la differenza radicale tra l'Uno e l'Essere. L'indagine sull'Uno appare pertanto una filosofia della libertà, capace di fronteggiare oggi il crescente primato dell'esperienza materiale e del divenire non meno efficacemente di quanto ieri avesse saputo fronteggiare le forme intellegibili e le idee eterne della cosmologia greca. Da questa modernissima rilettura del neoplatonismo si estrae un principio di salvaguardia che, senza esercitare alcun potere e senza imporre alcuna dominazione, sostiene, come un novello Atlante, il peso del mondo e gli addita la strada verso la liberazione.