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"Decameron": il primo grande esempio di prosa letteraria che si abbia, dopo l'antichità, non solo in Italia, ma nell'intera Europa. Imitato, osannato, fonte di ispirazione, negli anni Settanta, per un maestro del cinema come Pier Paolo Pasolini e ancora ai giorni nostri per David Leland. Un vanto della nostra arte, dunque, che oggi, però, nella sua forma originale, risulta di lettura quanto mai faticosa, a causa, prima di tutto, della costruzione dei periodi e poi anche dei moltissimi riferimenti a usi, costumi e modi di dire trecenteschi che richiedono, a settecento anni di distanza, delucidazioni e note esplicative. A quest'altro capolavoro si è dedicato, dopo la Commedia di Dante, Luciano Corona nel suo progetto di "salvataggio e popolarizzazione" delle grandi opere della letteratura italiana. Il risultato è una riscrittura integrale in italiano moderno, estremamente scorrevole e di immediata comprensione, con tutti i chiarimenti necessari inseriti direttamente nella narrazione. Il lettore potrà così tornare a godere appieno dell'opera boccacciana e di tutta la sua scoppiettante varietà. In dieci giornate verranno raccontate cento novelle, si conosceranno il drammatico contesto e l'elegante "cornice" in cui esse sono inserite e si leggerà di pestilenze devastanti e di raffinatezze d'altri tempi, di monaci gaudenti e di suore assai poco caste, di mariti cornuti e di mogli disposte all'estremo sacrificio, di pirati e di prostitute, di sanguinose battaglie e di nobili tornei, di rapimenti e di comiche beffe. Non soltanto un libro, ma tutto un mondo differente, in certo qual modo complementare a quello dantesco. Un mondo "orizzontale", terreno, dominato dall'astuta intraprendenza umana e, soprattutto, dalla gigantesca forza dell'amore, vissuto come il più elevato dei sentimenti e, insieme, come gioiosa e naturale carnalità.