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L'opera di Milo De Angelis (Milano, 1951) è uno dei pochissimi punti sicuri sulla mappa, sempre cangiante e sottoposta a continui riassestamenti, della poesia italiana contemporanea. Difficilmente incasellabile in categorie che pure ne colgono aspetti di rilievo, quali "neo-romantica" o "neo-orfica", la poesia deangelisiana si è imposta fin dagli anni '70 come un'esperienza decisiva e polarizzante, capace di porsi alla testa di un rinnovato fronte lirico in lotta contro gli sperimentalismi estenuati della neoavanguardia e contro le ipoteche politicizzanti della critica di stampo marxista. Questo lavoro è dedicato proprio all'esordio di Milo De Angelis, e mira, partendo dallo studio della particolarissima sintassi del suo primo libro, Somiglianze (Mondadori 1976), a una comprensione profonda di una poesia tanto importante quanto ancora oggi considerata oscura, inafferrabile, renitente ai tentativi di inquadramento mediante gli strumenti della critica letteraria.