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Monteriggioni è da sempre un luogo di spiritualità e di accoglienza, una tappa obbligata lungo la via Francigena: nel passato transito per pellegrini e viandanti nel cammino verso Roma, oggi mèta per riscoprire se stessi, immersi nel paesaggio unico della Valdelsa. Se il pozzo dei Giganti appare a Dante quando la nebbia si dirada, la ricerca archeologica ha accertato da tempo come la storia di Monteriggioni sia molto più antica del Medioevo. Per tentare di "rendere visibile l'invisibile", per recuperare tratti fondamentali del passato articolato di questa terra, il Comune di Monteriggioni e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Siena, Grosseto ed Arezzo, in collaborazione con l'Università degli Studi di Siena, il Museo Archeologico di Colle di Val d'Elsa, la Fondazione Musei Senesi, il Polo Museale della Toscana e l'Antikensammlung di Berlino, hanno promosso un'esposizione dedicata alla civiltà etrusca. Nel periodo etrusco l'area di Monteriggioni era infatti costellata di abitati e necropoli, transito cruciale tra la città di Volterra e il Chianti senese, tra la valle dell'Arno e quella dell'Ombrone: una storia fatta di scambi ma soprattutto di comunità, riflesse negli oggetti che arricchiscono oggi le collezioni archeologiche di musei italiani ed europei. Grazie agli scavi del conte Giulio Terrosi Vagnoli tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, ma soprattutto a seguito degli studi effettuati alla fine degli anni Venti dall'archeologo senese Ranuccio Bianchi Bandinelli, la necropoli del Casone e la Tomba dei Calisna ?epu sono entrati a far parte dei contesti più conosciuti e citati nella letteratura archeologica. Le indagini sono proseguite e di recente hanno messo in luce l'abitato di Campassini, mentre gli scavi nel Podere Malabarba e nell'adiacente Podere Milanese hanno scoperto altre sepolture etrusche di livello elevato. Questa esposizione è l'occasione per riunire, per la prima volta a Monteriggioni, una selezione dei reperti provenienti dai Musei di Colle di Val d'Elsa, di Firenze e di Volterra e, con le installazioni multimediali, di apprezzare in 3D anche parte dei reperti ceduti agli inizi del Novecento alla Antikensammlung di Berlino. Il percorso non vuole soltanto riscoprire il profilo di Monteriggioni antica, quanto indicare un punto di partenza per una nuova stagione di ricerche, nella consapevolezza delle potenzialità dei luoghi, in un dialogo continuo con le persone, le comunità e le realtà che hanno reso famosi i suoi Giganti nel mondo.»