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Il successo di critica e pubblico che Edith Wharton raggiunse con "L'età dell'innocenza", romanzo che le valse il Pulitzer, ha spesso oscurato la sua maestria come narratrice del fantastico. Le sue migliori storie di vita quotidiana e del soprannaturale compongono questa antologia in cui uomini e fantasmi (o coloro che gli uomini ritengono tali) vengono presentati in molteplici incarnazioni: ci sono mostri incompresi e spiriti vendicativi, ma anche artisti insicuri e uomini d'affari. Ambientati tra l'Europa e New York, questi racconti realizzano in pieno il manifesto programmatico dell'autrice: le storie ben congegnate devono possedere una «qualità termometrica: devono cioè avere la capacità di far scorrere un brivido su per la schiena».