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Raffinatezza estrema - ebbrezza suprema: questa la regola d'oro del Vate, esteta per eccellenza, per i suoi incontri amorosi con le "belle di notte", un lungo elenco di donne famose e non che il poeta ricoprì letteralmente d'oro. Per loro Gabriele d'Annunzio, esperto di moda femminile sin da ragazzo, ordinava abiti di alta sartoria, scarpe, accessori, gioielli e favolose camicie da notte che lui stesso si divertiva a disegnare o a modificare secondo il suo infallibile gusto. Si rivelò così stilista capriccioso e geniale, come attestano lettere e messaggi da lui inviati alle più celebri sarte dell'epoca, prima fra tutte la Biki, regina della moda milanese. Le "vesti magiche" trasformavano tutte loro in femmes fatales ed erano parte integrante e irrinunciabile dei giochi d'amore del poeta. Un nuovo studio sulla natura del rapporto di d'Annunzio con la moda femminile e le sue "modelle" d'eccezione.