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Tra il mestiere del giornalista e quello dello scienziato ci sono più punti di contatto di quanto si possa ipotizzare. «A partire dagli anni Settanta - scrive Meyer - il giornalismo cominciò a muoversi verso una posizione più scientifica attraverso due distinti percorsi. La crescente diffusione del computer rese disponibili enormi quantità di dati giornalistici in un modo che prima non era possibile». In secondo luogo, gli editori, al fine di intercettare nuovi lettori, si sforzarono di offrire loro un prodotto sempre più accurato e oggettivo. In tal modo, la tecnologia e le «forze del mercato spinsero il giornalismo nel suo insieme, e non solo come dimensione di alcuni insoliti giocatori sul campo, verso una posizione più scientifica». Questo saggio mette in guardia dai giornalisti "moschettieri" che prediligono la faziosità alla parzialità, da giornalisti che, troppo spesso, si ritengono infallibili e onniscienti; quest'opera di Meyer è chiamata a svolgere un ruolo culturale di decisiva importanza. Prefazione di Gianpiero Gamaleri.