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"Leggere un libro consente di volare con la fantasia, di vedere posti nuovi, di vivere le vite degli altri. Si sperimenta la gioia di entrare nella storia e il dispiacere quando l'ultima pagina viene voltata. Leggere per gli altri è un atto d'amore, il donarsi incondizionatamente. Chi legge si mette a nudo, privo di ogni sovrastruttura culturale, libero dai condizionamenti che la vita sociale impone, ed è questa veridicità che viene recepita dalle persone con disturbi cognitivo-comportamentali. La storia narrata può diventare un linguaggio comune, lo spazio neutro condiviso nel quale esprimersi. Quando nel 2010 ho proposto un laboratorio di lettura per i ragazzi disabili di un centro diurno, credo di aver provocato stupore, curiosità, riflessione sia agli educatori che al piccolo, sparuto gruppo di volontari facenti parte di un circolo di lettura ad alta voce. Leggere negli ospedali o nelle carceri erano esperienze già note e vissute, ma ai disabili? Avrebbero mai capito il senso di quello che sarebbe stato loro letto? Su questi interrogativi si fonda la mia esperienza di lettura agli adulti di un Centro di Salute Mentale, una sfida raccontata sotto forma di diario."