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Questo ultimo romanzo, "Il giardiniere solitario", ispirato dal mito di Sisifo, mette in contatto il verosimile con l'inverosimile e descrive dei comuni orrori moderni con gentilezza d'animo e spirito vagabondo. L'autonomia delle singole voci dei personaggi, in un preciso tempo storico, lo rende inafferrabile, come un sogno senza sonno, terribilmente intenso e preciso. Una parodia ludica e agghiacciante che guarda la possibilità futura, per gli esseri umani, di essere artefici del proprio destino. Un sottile humour nero è il filo sottile che lega la trama. L'anziano professore Prospero Maresotto, riflessivo, alla ricerca della calma Zen e della metafisica delle cose, mentre intorno a lui tutto sembra crollare, si trova ad affrontare contemporaneamente una catastrofe naturale, nella quale viene coinvolto per la sua competenza ambientalista e antropologica, e un parossistico disastro familiare. Una galleria di personaggi, inquieti e stralunati, gli fa da cornice, aspettando il suo aiuto che il professore, sincero fino al midollo, non riesce a garantire.