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I diritti proclamati solennemente dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) sembravano essere acquisiti universalmente ed essere diventati cardini di una democrazia diffusa. Sono, al contrario, diritti sempre più spesso ridimensionati, ignorati, negati e messi in discussione. Il percorso verso una loro concretizzazione è, perciò, ancora molto lungo ed è anche disseminato di ostacoli di varia natura. I diritti umani confliggono con i poteri economici e socio-culturali forti ma si vanno, allo stesso tempo, proponendo nuovi diritti, affiancati da sensibilità sempre più diffuse e condivise e da richieste per una loro traduzione in atti legislativi, in diritto positivo. Esistono molte buone ragioni che spingono in tale direzione. Quanto più tali ragioni saranno considerate buone tanto più forti e diffuse saranno le spinte socio-culturali verso una loro trasposizione normativa: un passaggio da aspirazioni di pochi a diritti di tutti indistintamente. Va rimarcato che il diritto deve essere accompagnato dal dovere. Sono due concetti strettamente collegati e dipendenti, visto che, spesso, si pone l'accento sul primo dimenticando il secondo.