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"Nella forma apparentemente piana di una biografia intellettuale, in quella che si presenta come la prima monografia esaustiva su Manlio Sgalambro a tre anni dalla morte, l'autore ne svela le origini e gli inizi del cammino di pensiero, ricostruisce il paesaggio filosofico nel quale si compì la sua formazione, ne illustra e discute le vette speculative toccate nelle opere maggiori come 'La morte del sole' e il 'Trattato dell'empietà', ne segue gli sviluppi attraverso una paziente collazione degli articoli di giornale e rivista fino agli esiti degli ultimi libri filosofici e poetici, delineando in modo chiaro e distinto le posizioni del pensatore siciliano sul Vero, il Bene e il Bello, vale a dire negli ambiti della metafisica, dell'etica e della politica, dell'estetica. Quello che ne risulta è un vibrante 'esercizio di ammirazione' che non si sottrae al compito di segnalare le debolezze e i limiti del filosofo che rovesciò uno dopo l'altro con indiavolata lucidità alcuni tra i principali fondamenti inconcussi del pensiero occidentale." (Piercarlo Necchi)