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La vera libertà dello scienziato, inteso come uomo che lavora con tecniche e metodi rigorosi, dovrebbe esplicarsi solo nel rispetto delle leggi della natura, non al di sopra di esse. A livello di scelte metodologiche questo rispetto potrebbe, ad esempio, tradursi in un tentativo d'imitazione di quelli che sono i dinamismi con cui operano i meccanismi naturali del pensiero. Il pensiero occidentale tenta il dominio sul creato, cerca di assoggettarlo e di violarne i segreti e le leggi, cerca di sezionarlo con l'acume della sua logica e la precisione delle sue leggi matematiche, della sua strumentazione, delle sue metodiche, finisce così per confondere la mappa con il territorio, con l'identificare la realtà con gli artifici tecnici usati per descriverla, tale pensiero ipertrofizza l'approccio analitico e lo espande dittatorialmente anche in territori di dubbia pertinenza. Nella grande matrice indifferenziata della natura si scorge un'armonia formatrice che perpetua gli eventi in un eterno movimento circolare, costantemente autoregolantesi; questa è una concezione che potremmo definire sistemica.