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Il Lago d'Aral era un enorme specchio d'acqua, grande come l'Austria, situato nell'Asia centrale. Ebbene ho usato il termine ERA in quanto attorno agli anni '60questo bacino fu costretto ad una lunga e struggente agonia. Infatti i gerarchi sovietici deviarono i corsi degli immissari di questo grande specchio d'acqua per farli confluire in aride steppe e in torridi deserti per far crescere la produzione di cotone, che come previsto crebbe, ma allo stesso tempo "uccise" il Lago d'Aral. Oggi quello che resta è solo una piccola parte di quel bellissimo lago e i porti e le città stesse che s'affacciavano su di esso si trovano a 80km di quel che resta del Lago d'Aral. Un ecosistema distrutto in uno degli scempi ambientali più gravi di sempre. Nella prima parte come detto, Novella, vi è un vecchio che è voluto ritornar e concludere la sua esistenza in quella che fu la sua città spazzate via dal pressapochismo dell'uomo, rimembrando il suo passato di concerto con il lago, sperando, illusoriamente, che le acque del "suo" lago come sono andate via possano riapparire ai suoi stanchi occhi.