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Giovanni Levi ha recentemente ricordato come la storiografia cerchi di avvicinarsi a una verità che sempre eccede la realtà dei fatti. In altre parole, della realtà storica gli storici sanno sempre meno di quanto vorrebbero sapere. Non è un caso che ogni anno vengano pubblicate decine di nuovi libri su Carlo V, fatto al quale è possibile dare un senso solo riflettendo sulla circostanza per cui, in ciascuno di essi, gli autori trovano il modo di suggerire un ulteriore avvicinamento alla figura e alla storia dell'Asburgo che sempre travalica le acquisizioni di uno sforzo d'indagine che continua senza mai cessare. Quest'opera è, innanzitutto, un esercizio di metodo. I fatti narrati sono stati ricostruiti, intessuti, infine restituiti alla luce di un'organica conoscenza storica, all'esito di un rigoroso esame delle fonti, della tradizione storiografica, dei più recenti approdi della ricerca e dell'indagine storica. I lavori preparatori, protrattisi per quasi due anni, hanno trascinato l'autore fino alle profondità insondate della perduta dimensione politica del viaggio cerimoniale compiuto da Carlo V nei regni di Sicilia e di Napoli tra il 1535 e il 1536.