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«Ma, far rinascere la propria parola in un'altra lingua: comporta una sfrontatezza anche maggiore! Abbiamo bisogno di uno specchio, che rimandi la nostra immagine, che ci ospiti senza tradirci troppo, permettendoci di rimanere noi stessi, ma allo stesso tempo crei la distanza necessaria al passaggio da un luogo all'altro della nostra esperienza. Dobbiamo cercare accenti diversi, metterli a confronto, studiarli e ristudiarli perché siamo entrati nel mondo misterioso delle equivalenze, che saranno la guida per sostenerci nel percorso di trasmutazione. Dobbiamo tradirci per assecondare, per rincorrere un nuovo linguaggio che ci sembra più ricco, addirittura più adatto a esprimerci? Noi, ma anche un altro noi... da cosa dovremmo preservarci o custodirci?»