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Frutto strano, il melograno. Anticipato da scoppiettanti fiori vermigli, si quieta poi, e matura tardivamente, rischiando di sembrare démodé; liscio, uniforme e regolare all'apparenza, occulta al suo interno le trabecole ed i semi che lo strutturano e lo significano, e che conservano e contengono il suo succo. Finché il tempo o qualche evento esterno infrangono la sua scorza e mostrano ciò che è celato. Allo stesso modo Simona, la cinquantenne protagonista del racconto, percorre la sua vita apparentemente inconsapevole di cosa davvero contenga il suo assetto interiore e passa da un evento all'altro, da un incontro a un ritorno, da un ricordo ad un sogno, quasi come spettatrice, mentre procede nel percorso di maturazione che mostra solo alla fine i suoi semi, il succo e il senso, in un attimo, così, attraverso una crepa.