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Le cene tra conoscenti si rivelano talvolta una trappola infernale; possono essere fonte di ansia da prestazione, noia, terreno fertile per tensioni e dissidi. Letteratura e cinema hanno spesso tratto ispirazione da uno spazio chiuso, che si fa poi teatro di rivelazioni inaspettate e confessioni clamorose. Una cena può seminare frustrazioni, creare nuove amicizie o distruggerne altre, disegnare strategie e alleanze. "Memorie di commensali disperati" è una storia che si svolge nell'arco di una notte, in una villetta di campagna ai margini di una città imprecisata. In una sera fredda e piovosa, tre coppie si ritrovano intorno a una tavola esageratamente imbandita, riunite in un convivio organizzato per ragioni sconosciute tra soggetti che ben poco hanno in comune tra loro. Sei personaggi male assortiti si fronteggiano da subito con dedizione degna di miglior causa; inevitabilmente, ogni argomento toccato dalla conversazione diviene un pretesto per avviare sterili polemiche. I protagonisti sono la padrona di casa, supercontrollata, perfezionista, dominante, e il marito all'apparenza sottomesso; due coniugi ultra-cinquantenni, un piccolo imprenditore con moglie stagionata ma ancora bella, impegnati a rimbeccarsi di continuo con l'altra coppia di invitati, decisamente più giovane e con componente femminile piuttosto snob. Un ospite imprevisto scatena nuove dinamiche, destabilizzando i già precari equilibri. Quello che all'inizio sembra un semplice sguardo sulle ordinarie meschinità dei singoli si arricchisce di connotati misteriosi. Sotto una pioggia incessante, si manifestano segnali inquietanti e ognuno dei presenti subisce l'assalto di ricordi legati a episodi spiacevoli del passato, che credeva sepolti nella memoria. Una serata nella quale accade dunque qualcosa di più della rappresentazione della mediocrità: si assiste allo sbriciolarsi di presunte certezze, a un susseguirsi di piccoli ma accaniti conflitti e sgradevoli sorprese, fino a una conclusione...