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"Veloce. Prima che sbiadisca la carezza inconsapevole del buio". Così comincia la nuova raccolta di Stefano Boldorini. Attraversato dalle onde asincrone dell'impazienza, Boldorini prova a trascrivere le tracce evanescenti dell'incontro onirico con i dotti del tempio. Loro sì psicologi inflessibili, taumaturghi d'anime in panne, suggeritori da palcoscenico per coscienze colte da sospetta amnesia. L'atto creativo comprende due opposti: distruzione, creazione. E questo l'autore lo sa bene, e sa bene quanto deve evitare il suo solito acquario, la sua dolce minuta casetta, la routine, infiniti atti eguali a loro stessi, morte! In quel luogo apparentemente rassicurante, l'ombra della morte sopravanza il soffio generatore della creazione. Bisogna mettersi in moto, per dar strada agli atti generativi. Questa beata dannazione è il modo di esistere di colui che vive di creazione, e come tale, deve accettarla, imparare ad amarne il suo retrogusto velenoso pur senza soccombere. Segrete ricette raccoglie le immagini e gli scorci d'ispirazione sussurrati da ogni mattino apparentemente uguale a se stesso, in modo da tramutare l'orrenda orizzontalità in pillole di quotidiana sopravvivenza.