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Molte vite ci sono dovute. Chi crede nella metempsicosi dice che sì, è la verità, sostenendo in alcuni casi di ricordare le precedenti. Poi c'è chi altre vite le crea con il linguaggio, in particolare con quello della scrittura in versi, consentendo a ogni lettura di farle rivivere, riascoltare, anche dimenticare. Questo intendo per poesia, e in questi testi che appartengono a vari momenti della mia esperienza e ad anni diversi della mia vita, molteplici registri sono stati toccati, ho interpretato svariate parti, aspirazioni, personaggi, a volte in chiave grottesca e ironica, in un continuo viaggio attorno all'immaginazione, con echi sfumati o potenti, quale necessario appoggio per chi finora è rimasto tra i "loggionisti della letteratura". Ecco allora l'uomo dei trampoli, il venditore di zufoli, nei ricordi d'infanzia miei e altrui, paesaggi urbani e di provincia, campi, treni, stazioni, atmosfere da fiera, ricostruzioni visionarie di pur comuni vicende, e l'alternarsi delle stagioni, la neve, l'esistenza, i suoi simboli e le sue delusioni.