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L'undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il sito della nuova capitale, tuttavia, aveva già una storia lunghissima, che iniziava dalla preistoria e proseguiva con la colonia megarese di Bisanzio, cruciale emporio sul Bosforo e inespugnabile avamposto contro i barbari. Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest'antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all'improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l'eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine. E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa "storia leggendaria" di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.