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"In amicizia, come in amore e in tutto ciò che aiuta a vivere, la prima volta è indimenticabile. O, almeno, dovrebbe esserlo. Ho incontrato per la prima volta Henri Cartier-Bresson nel 1994. Quel giorno lo scrittore, non il giornalista, ha bussato alla porta dello studio nei pressi di Place des Victoires a Parigi dove Cartier-Bresson si isolava abitualmente per disegnare. Aveva finalmente accettato l'idea di un'intervista, benché a una condizione: che tale non fosse. Mi avevano già messo al corrente del suo amore per il paradosso, e mi ero rassegnato all'idea di una conversazione. Se mi avesse proposto di prendere un tè, sarei accorso comunque tanto profonda era la mia ammirazione, antico il fascino che esercitava su di me e illimitata la mia curiosità..."