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Esistono fotografie che sono un emblema, come questa scattata da Cartier-Bresson: potrebbe essere l'ultima della Seconda guerra mondiale o la prima della Liberazione. Ma è anche uno degli esempi più eloquenti dello stile del suo autore. Un'immagine colta in modo rapido, mai riquadrata, dove però tutto sembra studiato, ponderato, calcolato al millimetro. Un'icona che invita a riflettere sull'arte e sulla libertà. Jean-David Morvan e Sylvain Savoia ridanno vita al giovane Cartier-Bresson durante la sua prigionia nello stalag V, da cui riuscirà a fuggire per poi fare ritorno da testimone. Seguiamo Cartier-Bresson nella guerra che vedrà quel giovane fotoreporter, ammaliato negli anni Trenta dalla macchina fotografica, diventare un grande protagonista del Novecento. Un uomo dallo sguardo sempre in movimento. Le 90 pagine di graphic novel sono corredate da un portfolio di immagini di Henri Cartier-Bresson e da un dossier di Thomas Tode, regista di documentari e ricercatore.