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"Tra la costruzione del muro di Berlino nell'estate del 1961 e il suo lavoro sulla piaga dell'AIDS nell'Africa australe nel 2001, Don McCullin non ha mai smesso di osservare le sofferenze degli altri attraverso i grandi conflitti di questi quattro decenni. Uno sguardo sempre carico di collera, ma anche di tristezza, persino di disperazione, sulle inqualificabili crudeltà inflitte dagli uomini ai loro simili. Uno sguardo pieno d'incomprensione e insieme di compassione, di solidarietà verso i più deboli, gli indifesi, i condannati, le vittime di queste inaccettabili ingiustizie. Cipro divisa, il Congo omicida, il Vietnam bombardato e torturato, il Medio Oriente lacerato, il Biafra affamato, il Bangladesh devastato, la Cambogia assassinata, il Salvador in rivoluzione, l'Irlanda tormentata, l'Irak delle rivolte. Non un voyeur, nemmeno un cacciatore d'immagini, né un cronista o uno storico, Don McCullin, autodidatta in fotografia come nella sua lettura del mondo, è un uomo dal viso segnato ma dallo sguardo limpido e innocente, incredulo di fronte alla barbarie. Attraverso le sue potenti immagini, pubblicate con regolarità per venti anni sul Sunday Times Magazine, si è dedicato puntualmente a disturbare la tranquillità domenicale dei suoi compatrioti presentando loro tutte le ingiustizie che l'uomo compie contro il suo stesso fratello in tutto il pianeta." (Robert Pledge)