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I secoli XVI e XVII costituiscono un periodo di notevole rilevanza per la storia del diritto dei paesi dell'Europa continentale nei quali il diritto romano giustinianeo - nella consistenza giurisprudenziale di ius commune impressagli dalle Scuole della Glossa e del Commento - si pose come piattaforma testuale per la costruzione dei patrimoni giuridici di ciascuno di essi. Nei territori di area protestante-riformata l'irradiarsi delle correnti umanistica e volontarista e una libertà religiosa seppur condizionata contribuirono alla nascita di un ceto di giuristi di robusta formazione classica, con spiccata attitudine al quotidiano esercizio professionale e, quindi, alla risoluzione delle problematiche proposte dalla prassi, giuristi che posero le basi della teoria generale del diritto, del diritto pubblico, del diritto penale e del diritto internazionale. Tra questi Anton Matthaeus II (1601-1654), la cui magnum opus - il Commentario De Criminibus ai libri XLVII e XLVIII del Digesto (1644) - darà vita al primo vero, metodico e completo sistema di diritto criminale e farà del suo autore un costante punto di riferimento della criminalistica settecentesca e ottocentesca.