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È questa la storia di una persona qualunque che, giunta l'età della maturità, ritiene opportuno, se non addirittura necessario, ripercorrere gli avvenimenti che hanno in qualche modo segnato, se non modificato, il suo cammino. Avvenimenti che lo hanno marchiato fino a quasi fargli raggiungere l'abisso, farlo arrivare ad un pelo dall'autodistruzione con la convinta certezza di essere lui stesso l'unica causa delle sue scelte. Rilegge il suo passato con cruda realtà, con il coraggio di non nascondersi dietro false verità al solo scopo di difendere qualcuno, anche se stesso solo perché in "una famiglia per bene" bisogna essere ciechi ed a volte sordi per "il buon nome", per "l'immagine", o solo per... "la gente". Concetti inculcatigli in tenera età, ma dall'ambiguo significato di "perbenità". La verità troppo spesso è dolorosa e lacera le carni ma è necessaria scovarla e farla propria se si vuole capire se stessi, non sarà mai la vera verità, sarà solo la verità che darà il coraggio di ricominciare a camminare e poi a correre, e con un po' di fortuna si potrà anche volare, come è capitato a me.