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Federica Bonzi è da pochi anni che esterna in poesia il suo pensiero, dovuto a un lavorio interiore dove la cura della parola è indice del suo travaglio. Tre sillogi al suo attivo dove si vede il suo affinamento e la sua cifra stilistica farsi sempre più matura e vigile ad ogni istanza sia estetica che ermeneutica. Un'opera aperta si può chiamare, suscettibile a diverse interpretazioni. Il suo "rilimare" continuo è sintomo di una maturazione e di un rispetto per l'arte poetica, da un lato tale è senza tempo, che non insegue le mode di turno, dall'altro riflette il travaglio esistenziale e il decoro che ogni poeta, che tale voglia dirsi, sente nel proprio intimo. Partecipa a pochi concorsi ma sempre distinguendosi e facendosi notare tra cui ricordiamo il primo premio per l'edito, XIII concorso internazionale Poeti nella Società, Lecce, con il punteggio più alto mai raggiunto in tali edizioni del premio suddetto. Poche le sue apparizioni sulla stampa specializzata ("La Ballata" di Livorno, Arch. di Stato, "Tellus", "Fiorisce un Cenacolo", "Limenikà Chronikà") ma ben calibrate così nei concorsi.