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Aston Martin, Ford, Fiat e tante altre case automobilistiche si dividevano il mercato a inizio Novecento. Anche Napoli fu presente per una breve stagione e con una centralità impensata nell'industria delle quattro ruote, spesso cambiando a ritmo incalzante zoccoli, cocchieri e fruste in freni, cambi e frizioni. L'automobilismo made in Naples è stato un sogno col mito della fuoriserie, della vettura sportiva che incarnasse l'ideale dell'uomo moderno, audace, ruggente e facoltoso. Non era solo questione di far auto, ma di fabbricare uno stile di vita. Luigi Casaretta descrive con uno schema unico e sodo, che si serve di numerosi e ricchissimi dati, tutta una costellazione societaria, guardandola dall'interno: dal segreto dei consigli d'amministrazione all'opinione pubblica. Passa per il marketing, per la pubblicità, per le evidenti relazioni tra aziende rivali, che sorgono e muoiono velocemente, spesso le une sulle ceneri delle altre, assorbendone reciprocamente capitali, uomini e conoscenze. Porta ai lettori financo le preoccupazioni tangibili degli imprenditori, restituendone la viva voce, intervallando la storia delle singole imprese napoletane con l'affresco della storia economica globale, e commentando criticamente i come e i perché delle sorti della breve avventura dell'automobilismo all'ombra del Vesuvio. Postfazione di Gianpascquale Greco.