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Con questo terzo volume si completa la traduzione italiana del Corso che Gilles Deleuze dedicò a Michel Foucault nel 1985-86. Dopo aver analizzato nelle precedenti lezioni l'intreccio tra sapere e potere, Deleuze coglie per primo l'apparizione di un nuovo concetto fou-caultiano: la soggettivazione. Sarà infatti solo anni dopo, con la pubblicazione dei Corsi al Collège de France e la raccolta integrale degli scritti sparsi e delle interviste, che cambierà l'immagine che alla metà degli anni Ottanta si aveva di Foucault, rendendogli giustizia: un "nuovo" Foucault che Deleuze, analizzando i materiali sui greci e alcune interviste e conferenze, coglierà in modo sorprendente. Il passaggio dal "rapporto di forze" al "rapporto a sé" consentirà a Foucault di superare l'impasse in cui si era venuto a trovare alla metà degli anni Settanta, dopo la pubblicazione di La volontà di sapere, e di proporre una nuova lettura del soggetto come prodotto dall'intreccio di processi di assoggettamento, ma anche di resistenza al potere. È il soggetto greco che consentirà di cogliere questo intreccio: un soggetto che si costituisce in quanto libero, che cerca di governare se stesso, secondo uno stile di vita che è anche un'estetica. A questo processo di soggettivazione si oppone il potere, che non cessa di creare apparati di cattura e di coercizione per ricondurlo all'interno del rapporto di forze, o delle forme del sapere. La lettura di Deleuze anticipa quel regolamento di conti con Heidegger che Foucault espliciterà nelle sue ultime lezioni sui cinici, e porta alla luce l'importanza di Blanchot e Bichat: una genealogia altra del nichilismo occidentale che si oppone alla lettura della storia come destino, in favore di un pensiero orientato alla trasformazione del mondo. Viene così a costituirsi un asse concettuale che coniuga la piegatura del pensiero (Deleuze) con il pensiero del fuori (Blanchot) e la vita come resistenza alla morte (Bichat).