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Cosa accade quando l'antagonismo esce dai centri sociali e incontra la "subalternità", quel vasto sottoproletariato caratterizzato da bassi livelli di istruzione, sospeso tra lavori precari e malpagati, che affolla le città del Sud? Il volume risponde a questo interrogativo proponendo uno studio etnografico sull'incontro tra il movimento politico e la popolazione dei "margini", uniti dalla lotta per il soddisfacimento dei bisogni primari e per la casa. Andando oltre i classici temi della sociologia politica, comunemente centrati sulla conquista dello spazio pubblico da parte dei movimenti, questo saggio indaga soprattutto le forme mentali degli attori, le tattiche di penetrazione del gruppo dei "politici" in quello dei "subalterni", le forme della pedagogia politica e quelle delle resistenze alla sua azione "civilizzatrice". Comunismo, volontà di potenza, mafia e magia, compongono lo sfondo di una lotta serrata che non condurrà lontani, ma dalla quale, per ragioni diverse, nessuno degli attori può sottrarsi. Scritto in un linguaggio che cerca di riprodurre quanto più fedelmente quello dei protagonisti, Prendere le case è una etnografia totale, che svela gli anfratti della città meridionale e le difficoltà di una pratica politica antagonista e popolare nella società contemporanea.