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In tutti noi c'è un fanciullo che durante l'infanzia fa sentire la sua voce, essa si confonde con la nostra, mentre in età adulta la lotta per la vita impedisce di sentirla; per cui il momento veramente poetico è in definitiva quello dell'infanzia. Il fanciullo vede tutto per la prima volta e con quella innocente meraviglia scopre la poesia che c'è nelle cose, dalle più grandi alle più umili e le mette in relazione tra loro con ingegno. La pittura non la si può inventare: occorre infatti scoprirla senza immediati legami di logicità. L'arte si presenta quindi con un carattere non razionale ma intuitivo e irreale. La poesia, come la pittura, ha un'innata funzione di utilità morale e sociale: essa fa deporre gli odi e le guerre e fa sentire gli uomini fratelli.