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Sul finire dell'estate, un viaggiatore straniero giunge sulle sponde del lago Trasimeno per visitare una delle sue piccole isole, l'Isola Maggiore. Dalle conversazioni con gli abitanti del luogo emerge un insospettato quadro della realtà storica, sociale ed etnografica del lago, e prendono corpo le storie di vita dei locali - colte nell'anno dell'ultima grande gelata (1929). In questo breve capolavoro del romanziere serbo, narrato in una prosa piana e levigata che ricorda la singolare quiete dell'Isola Maggiore, gli ambienti e le storie individuali trasfigurano lentamente fino a formare una specie di visione tra sogno e realtà, in cui il protagonista rivive momenti della sua esperienza artistica ed evoca - nella sua raffigurazione del paesaggio circostante - l'arte del Quattrocento e del Cinquecento, tessendo in tal modo una rete ideale tra spazi europei diversi, balcanici, spagnoli e umbri.