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Di Kleist esistono a malapena un paio di ritratti, ma chi lo aveva conosciuto personalmente lo descriveva così: insignificante, chiuso, straordinariamente poco appariscente in tutta la sua persona, come nel volto. Se nella sua opera poetica fu limpido e luminoso, la sua vita fu al contrario eccessiva e contraddittoria sotto ogni aspetto: troppo sangue e troppo intelletto, troppa veemenza e troppa disciplina, troppa avidità e troppo senso etico. Fu tormentato dall'impotenza sessuale, da passioni sempre titaniche, da un'idea sempre irrealizzata di se stesso e da un'ambizione senza confini. Fino a quando, trentaquattrenne, si sparò una pallottola in testa. Questo nitido ritratto che ne fa Stefan Zweig fu pubblicato nel 1925 all'interno del volume "La lotta col demone" (Hölderlin, Kleist, Nietzsche).