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La carriera di Antoine-Henri Jomini è stata un percorso a ostacoli che incarna alia perfezione lo slancio, le ambizioni e l'incertezza che contraddistinsero l'età napoleonica. Considerato, insieme a von Clausewitz, uno dei maggiori teorici dell'arte della guerra, lo svizzero Jomini rimase fino alla Campagna di Russia al fianco di Napoleone, che ne apprezzava tanto il genio tattico quanto le doti di storico militare. Tuttavia, la stima dell'Imperatore non impedì all'orgoglioso Jomini, provocato dalle invidie dello Stato maggiore francese, di passare nel 1813 al servizio dello zar Alessandro I. Originariamente pubblicato nella forma di cinque articoli sul quotidiano "Le Temps" nel 1869, "II generale Jomini" rivela un inaspettato Sainte-Beuve, che scrive una sorta di elegante, lucidissima "autobiografia indiretta", basata sui suoi colloqui con il vecchio militare.