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Chi è Marco Alibrandi? Quali misteri si nascondono dietro al suicidio dell'uomo politico di lungo corso, erede di una famiglia della buona borghesia pavese, sorpreso a intascare una tangente da un imprenditore noto negli ambienti della malavita? Gigi Sambuco viene ingaggiato dalla sorella di Alibrandi per far luce su una morte che, secondo lei, è stata giudicata troppo in fretta come un suicidio. La donna è una figura curiosa, appassionata di pratiche occulte e con amicizie quanto meno originali. Siamo in una Pavia estiva, pigra e noiosa, soffocata dal caldo opprimente tipico della Pianura Padana. Sambuco e Dell'Oro - il primo alle prese con un amore tormentato e l'altro sempre impegnato nelle sue tresche erotiche - sembrano muoversi, inizialmente, controvoglia, come se il clima afoso e umido della città condizionasse il loro agire. O forse non credono, neppure loro, alle parole della donna che immagina chissà quali complotti dietro la morte del fratello. Ma gli eventi, come spesso accade, possono riservare sorprese che confondono la realtà, in un gioco di specchi - tra vittime, colpevoli e presunti innocenti - dove quello che sembra logico diventa assurdo e viceversa, ciò che è apparentemente assurdo può risultare logico. Gli investigatori di Borgo Ticino si trovano così a indagare tra segreti di famiglie borghesi, politici in declino, imprenditori legati alla 'ndrangheta, delinquenti comuni, detective sopra le righe e donne intriganti. Come sempre, Sambuco riuscirà a districare la matassa. Ancora una volta, al di là delle azioni criminali, a spronarlo verso la verità sono gli aspetti psicologici dei personaggi in cui si imbatte, prototipi di una provincia italiana con tanti vizi e qualche virtù.