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"Il milanese? Mai stato così internazionale". Il dialetto milanese in lingua araba, russa, giapponese e cinese finora non l'aveva mai sentito nessuno; nemmeno Carlo Porta, lo scrittore della meneghinità per eccellenza, avrebbe mai sperato di sentire risuonare la lingua ambrosiana fino ai lembi estremi del mondo. Ci hanno invece provato i tre simpatici autori di Omnibus, dispersi tra la metropoli lombarda e la Brianza, arrivando a proporre ben 500 proverbi dialettali tradotti, oltre che nelle suddette lingue, anche in italiano ed in altri idiomi stranieri un po' più familiari all'orecchio (inglese, francese, tedesco, spagnolo). Perché tanto strampalata impresa? Per sottolineare l'importanza delle culture locali in un mondo globalizzato, che gli autori immaginano ricco di confronti ma non omologato. Per offrire ai cittadini stranieri - sia quelli che visiteranno Milano in maniera più o meno fugace durante il semestre di Expo 2015, sia quelli che l'hanno scelta per lavorare e per viverci - uno squarcio brillante e pittoresco della città che li ospita, nell'auspicio di rendere loro Milano più familiare e farla sentire più accogliente anche per chi non vi è nato.