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Il racconto "Un distintivo in rosso" di Falcioni & Garello evoca fin dal titolo una celebre opera di Conan Doyle, ma qui non ci sono Sherlock Holmes e il Dottor Watson, sostituiti da una ispettrice di polizia e da una specie di computer/robot di dimensioni ridottissime che si può attaccare alla giacca e pulsa di luce purpurea. Insieme, quasi in simbiosi cibernetica, riusciranno a risolvere un intricatissimo caso di omicidio, in un racconto scanzonato e divertente, pieno di citazioni ma anche con una trama ben congegnata e una soluzione perfettamente logica, nella migliore tradizione della detective story classica. È solo un esempio di quello che si può ottenere coniugando la science fiction con il poliziesco più tradizionale, come dimostrano gli altri otto racconti qui presentati, che variano dal police procedural al giallo di deduzione fino al thriller ma al contempo sono rigorosamente di fantascienza o per l'ambientazione futuristica oppure per la spiegazione del crimine. Quindi fantascienza di tipo sociale e non spaziale, e gialli in piena regola, senza necessità di far ricorso alle atmosfere malsane e alle società degradate di un futuro più o meno prossimo nel quale vengono ambientati delitti efferati, come hanno fatto molti romanzi e film "fanta-noir" da Biade Runner in poi.