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Può il discorso filosofico fare a meno della traduzione? Come interrogarsi sulla traduzione e a partire dalla traduzione? E da qui: in che modo la traduzione interviene nel rapporto tra la ricerca filosofica e la sua storia? Che cosa ci dice la traduzione sulla lingua in generale e sul linguaggio filosofico? Quali effetti di soggettività si producono nel tradurre? Quali immagini dell'alterità ci restituisce la traduzione? E quali sono le risorse di una pratica filosofica che, almeno per certi aspetti, sembra coincidere con il tradurre? Queste le principali domande che guidano questa ricerca. Ci sono infatti pensatori che nei momenti decisivi del loro percorso filosofico non possono fare a meno di tradurre. Martin Heidegger e Jacques Derrida sono senz'altro tra questi.