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Nel 1924 viene fondata la Scuola di Scienze politiche e sociali di Padova, tra le prime in Italia, insieme a quelle di Roma e Pavia, ad essere istituita in una Università statale. Nel 1933 la Scuola è trasformata in Facoltà; decisione che segue di un anno la nomina a rettore di Carlo Anti e l'avvio del processo di fascistizzazione dell'Ateneo patavino. La Scuola, dunque, nasce nei primi anni del fascismo e si struttura nel periodo di massimo consenso al regime. La Facoltà ne diviene fin da subito cassa di risonanza, promuovendo la politica razziale e coloniale, e giungendo, con le leggi razziali del 1938, ad allontanare docenti e studenti ebrei, primo fra tutti il preside Donato Donati, che era stato il fondatore della Scuola. Il volume ripercorre la storia dell'istituzione, ma anche degli uomini che l'hanno creata e degli studenti che l'hanno frequentata: dalla sua nascita, sotto le insegne del fascio, alla partecipazione alle guerre di Mussolini, fino alla Resistenza, quando diventa uno dei centri dell'Università in cui si organizza il movimento partigiano.