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Goethe, Johann Wolfgang von, poeta, narratore, drammaturgo. Genio fra i più poderosi e poliedrici della storia moderna, Il 18 agosto del 1787, Goethe scriveva dall'Italia: «Dopo quanto ho veduto di piante e di pesci, presso Napoli e in Sicilia sarei molto tentato, se fossi più giovane di dieci anni di fare un viaggio in India, non già per scoprire cose nuove, ma per contemplare a modo mio quelle già scoperte». In queste parole è indicato il punto di vista dal quale dobbiamo considerare le opere scientifiche di Goethe. Nel caso suo non si tratta mai della scoperta di fatti nuovi, ma dell'adozione d'un nuovo punto di vista, di un determinato modo di osservare la natura. È vero che Goethe ha fatto una serie di importanti scoperte singole, come quella dell'osso intermascellare e della teoria vertebrale del cranio, nell'osteologia, e, nel campo della botanica, quella dell'identità di tutti gli organi della pianta con la foglia catilinaria; ecc. Ma come soffio animatore di questi particolari, dobbiamo considerare una grandiosa concezione della natura, dalla quale essi tutti sono sorretti; e sopra tutto dobbiamo vedere nella teoria degli organismi una scoperta grandiosa, tale da mettere in ombra tutto il resto; quella dell'essenza dell'organismo stesso.