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Il cuore della poetica di Metafisiche rallentate è un avanzante miracolo di autenticità, una marcia verso il lirismo tramite la geografia degli umori, delle attenzioni, delle intuizioni, dei rallentamenti di un (non sempre idillico) puntello nell'aspetto fragile e/o acre del paesaggi (passaggio) umano. Lucia Triolo stabilisce uno statuto dell'immagine per schizzi, acquerelli e strappi eterogenei ed elegantemente antifrastici, trapassi tra luce e umbratilità, tra umana debolezza e scaltrezza di recupero, tra incompatibilità di mondo e norma, di poesia e libertà.