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Il presente studio vuol essere una ricostruzione storico-poetica della singolare stagione artistica d'incontro e interazione tra astrattismo e dadaismo nei primi decenni del XX secolo. Ne segue la particolare e sottesa sincronia di intenti volti a sconvolgere la tradizione, anche più recente per quegli anni, delle forme dell'arte. Ne sortì una concomitante rete di richiami e contrasti nel fare arte diramatasi tra poesia e pittura, tra danza e musica, tra architettura e scultura, tra teatro, cinema e fotografia e svoltasi dal centro Europa alla Russia, dagli Stati Uniti al Giappone. Nei suoi intenti sconvolgenti fu già un anticipo di globalismo nell'arte. Nel quadro globale e geografico l'incontro tra astrattismo e dadaismo corre negli anni a cavallo della Grande Guerra con i suoi traumi e coinvolgimenti europei ed extraeuropei. La loro interazione poetica è stata animata da un sotteso rigetto del convenzionale protagonismo dell'io lirico-soggettivo per mirare con ironia e coscienza critica contro ogni idealismo e ipocrisia morale ritenuti responsabili del dramma della Guerra. In fondo, nelle forme dichiarate e materiali, oggettive e collettive, nel loro radicale antiespressionismo, l'azione poetica tra astrattismo e dadaismo tese a rendere l'arte più consapevole e schietta.