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I figli del sogno sono coloro che nacquero subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, i frutti di tutte quelle donne che, libere di votare democraticamente e consce dei loro diritti inalienabili, riversarono sui figli tutti i sogni rimasti chiusi nel cassetto della dittatura fascista. Anacleto Bottoni è uno di quei figli e con questo romanzo ci racconta la sua vita, la passione per il lavoro di orafo, i suoi amori, le sue "incazzature" verso il sistema Italia, i suoi incontri disseminati di ironia sferzante, tenero spleen, slanci vitali e irascibile furore. I figli del sogno, però, non è solo un autobiografia. È la storia personale che si miscela con l'universale, è la memoria di un tempo passato, presente e futuro che fa ridere e commuovere, pensare e indignare, ricordandoci quanto il nostro oggi sia ancorato ad un passato indelebile. Un quadro disincantato del nostro Paese in cui vivere significa sopravvivere e nel quale ogni anelito verso la libertà deve fare i conti con un apparato che non lascia spazio al desiderio di sognare. Allora i figli del sogno di ieri, guardandosi indietro, non possono non pensare che il sogno sia rimasto tale e che la realtà abbia preso il sopravvento.