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Walter Pedullà mette a nudo i meccanismi stilistici che governano la scrittura del romanziere, estrae i significati reconditi che si stratificano sulle pagine dei suoi testi più arroccati e controversi, isola gli episodi che fanno da asse portante alla narrazione e individua gli spunti autobiografici che regolano la sua ispirazione. Nel farlo, l'autore propone un'interpretazione originale dell'opera di Gadda, mostrando i tic, le nevrosi e le deviazioni che accomunano l'uomo allo scrittore, con uno stile estroso ed eclettico, che non è mai semplice commento, ma che al contrario, in un continuo gioco di specchi tra autore ed esegeta, gioca a sua volta con le parole, sfida il senso comune e amplifica e moltiplica i significati, restituendoci l'affascinante ritratto di un "figlio buono a nulla" capace di trasformare il suo personale "male invisibile" in pasticciaccio universale.