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La ragazza che leggeva Gesualdo Bufalino è una delle tante figure che capita di incontrare tra le pagine vive dei racconti di Piero Antonio Toma. Storie di (stra)ordinaria umanità, un'umanità che si muove e si specchia, si agita e si misura con il sé più profondo attraverso l'altro meno distante. Spazi che si fanno luogo di incontro e di scoperta, ritualità personali e condivise. Accade così di ritrovarsi nella bottega di un barbiere o a bordo di un pedalò per seguire da vicino le avventure assolate dei frequentatori di un circolo estivo; attraversare le vie della città dentro un bus che custodisce incontri (non) casuali e poi restare ad ascoltare un contadino del Terzo Millennio che coltiva agrumi e libri: fabulae umane di quotidiana ispirazione. Un libro di racconti da cui pescare come dentro a un cilindro dei ricordi: storie legate insieme, sottotraccia, dal piacere di raccontare. Al lettore il gusto di proseguire idealmente lo scorrere degli eventi, di congetturare, assaporare suggestioni e dettagli, ricordi e brandelli di vita vissuta.