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Se non avesse esasperato tutto non sarebbe stato un poeta. Sentiva e viveva con forza iperbolica: amore, devozione, amicizia, scrisse Lilija Brik di Vladimir Majakovskij. "Sono stato ferito / per sempre / dall'amore / e mi trascino a stento. / Per me l'amore / non si misura", scrive il poeta nella Lettera al compagno Kostrov da Parigi sulla sostanza dell'amore, la prima poesia di questa raccolta esasperata in cui la prosa di Dario Fo e i versi del grande poeta russo si intrecciano a comporre un'unica musica - o forse a darne l'iperbolica apparenza, quasi che la poesia e il teatro tornassero ad incontrarsi, dopo essere stati a lungo in reciproco esilio. La scelta e i brani di Dario Fo non risultano infatti estrinseci al fluire della poesia majakovskiana e ne disvelano tutta la potenza, la sensualità, la carica surrealista. "Majakovskij dimenticato e sconosciuto. Messaggi ai posteri" è così ben più di un'antologia o di un viaggio nell'opera di Majakovskij, e conferma la capacità creatrice di senso e di bellezza del commento, della traduzione e della rilettura quando sanno proporsi, come in questo caso, con fedeltà e insieme senza indugi e timori di fronte all'opera di uno dei più grandi poeti di ogni tempo.