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Che gioia inaspettata uscire con lo sguardo da sé per riscoprire ogni giorno una creatura altra che mi corrisponde, pensata apposta per me. E che esperienza incontrare quello Sguardo, così potente nell'Amore da cambiarmi. Magari attraverso gli occhi del marito (o della moglie)! Fino al punto da rendermi, a mia volta, capace di guardarmi esattamente nella verità. Così come sono, nel confronto quotidiano con orologio e desideri. Senza paura di scoprire limiti e insicurezze. E poi, mica sta lì a casaccio, il limite. È strategico: ricorda a ciascuno che abbiamo bisogno dell'altro. E, soprattutto, dell'Altro. Certo, non è una passeggiata. O meglio, lo è, ma impegnativa parecchio, almeno quanto la costruzione di una relazione decisiva. Entrambe fatte di piccoli passi imprescindibili. Dai quali non si scappa, punto. Come l'abbandono delle proprie sicurezze, abitudini e di tutto ciò che può appesantire il tragitto. D'altronde anche il tacco dodici in montagna o il piumino nei cento metri delfino pare non aiutino. Nel procedere, costellato di fatiche piccole e grandi - vedi resistenze dovute a narcisismi sempreverdi o a zelanti rivendicazioni della prole - ci si consegna a una direzione, a volte solo intravista. La quale, tuttavia, fungerà da faro orientante. Una luce misericordiosa che offre continue chances. Anche perché, sissignori, non siamo affatto in pochi e tutti insieme facciamo «la Chiesa». Se uniamo terra e cielo vien fuori un numero esorbitante di camminatori: c'è di che rallegrarsi... all'infinito!