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Il presente contributo si prefigge il compito di analizzare compiutamente le norme, direttamente applicabili nel nostro ordinamento oggettivo, riguardanti il riconoscimento dell'efficacia, anche esecutiva, in Italia delle sentenze e degli altri atti provenienti da autorità straniere. Si tratta di un compito particolarmente complesso in ragione del fatto che esiste un sistema multilivello che interessa, sul piano prevalentemente processuale, sia il diritto internazionale privato che il diritto dell'Unione europea. Naturalmente, il tema della circolazione delle decisioni straniere all'interno dei confini nazionali non può che prendere le mosse da un'analisi storica che dia conto del sistema unitario previsto dal codice di rito del 1865, fino ad arrivare ai giorni nostri e, dunque, a tutta una serie di regolamenti europei che costituiscono un sistema multiforme ma dalla comune matrice che affonda le proprie radici nell'ormai mitica Convenzione di Bruxelles del 1968. Si tratta dunque di un argomento tradizionale ma, al contempo, sempre attuale ed anzi oggi vera e propria frontiera del modo di interpretare il rapporto tra diverse giurisdizioni e, quindi, concernente la definizione stessa del perimetro attualmente costituente lo spazio giudiziario italiano ormai sempre più inserito nel più ampio spazio giudiziario europeo.