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Abbiamo cercato di ricostruire la storia di quante più fontane fosse possibile, ma nonostante esse siano citate nei Catasti di Macerata fin dal Medioevo e negli Statuti cittadini del 1553, mancano documenti specifici, [...] quindi per questa ricerca è stato indispensabile scendere in campo, nel vero senso della parola e cercare in campagna là dove qualche indizio paesaggistico o qualche scarno documento diceva di cercare per trovare i segni di quella che un tempo era una fonte, un pozzo, un lavatoio [...]. E camminando ne abbiamo trovate tante, dappertutto, guidati a volte dalla toponomastica, dalla odonomastica, dai ricordi, dal passaparola, fontane più volte restaurate, poi abbandonate e oggi nascoste dalla vegetazione: così è nato e si è sviluppato questo libro.